Promosso dal Dipartimento di Diagnostica per Immagini e Radiologia Interventistica – Fondazione Policlinico Universitario Tor Vergata, si è tenuto a Roma dal 19 al 21 ottobre il Corso ICEP 2015 – International Course Endovascular Procedures.
Si è trattato di un evento di tipo pratico, nel corso del quale è stato dato ampio spazio ai “Live Cases”, che si sono prefissi di affrontare le diverse problematiche dei singoli casi dal punto di vista della preparazione, del materiale da utilizzare e dell’approccio professionale da mantenere, finalizzando tutto all’ottenimento del miglior risultato anche in relazione al costo-efficacia ed al costo-beneficio. Proprio su quest’ultimo aspetto è stata richiesta la partecipazione della dottoressa Marletta, Direttore Generale della Direzione Generale dei Dispositivi Medici e del Servizio Farmaceutico del Ministero della Salute che ha affrontato il tema del costo dei dispositivi che si utilizzano nelle procedure endovascolari.
Nel suo intervento la dottoressa Marcella Marletta ha rappresentato il fatto che negli ultimi anni la diagnosi e la cura delle malattie cardiovascolari si sia fortemente evoluta con uno sviluppo esponenziale delle procedure endovascolari. Così come anche la tipologia dei pazienti con patologia cardio-vascolare si è fatta sempre più complessa sotto il profilo clinico.
In questo processo è determinante il rapporto tra la tecnologia ed il risultato clinico ottenuto sul paziente. La tecnologia è ormai l’interfaccia ineludibile che si frappone tra il medico e la patologia del paziente. Siamo – ha affermato la dottoressa Marletta – evidentemente in un periodo storico dove la tecnologia è sotto osservazione e sotto stretto controllo istituzionale. Ma sono proprio questi i momenti nei quali bisogna ricordare che la sostenibilità e l’accesso del paziente ad interventi “salva-vita” qualitativamente adeguati non possano essere assolutamente messi in discussione. Ecco allora che entra in gioco la capacità del sistema di effettuare valutazioni multidimensionali e multidisciplinari (Health Technology Assessment).
Per dare una risposta concreta a questa esigenza si è deciso di istituire all’interno del Ministero della Salute una Cabina di Regia sull’HTA. La Cabina di regia è struttura di riferimento nazionale sulla materia ed opera alle dirette dipendenze del Ministro.
L’azione mira a costruire un modello di riferimento sul quale si giocherà una buona parte della partita riguardante la sostenibilità e l’ammodernamento del nostro Sistema sanitario nazionale. La Cabina di Regia sarà affiancata nel suo lavoro da un Tavolo sull’innovazione che vedrà coinvolti tutti i più importanti stakeholders (es. pazienti, clinici, accademia, industria) e svolgerà il ruolo di Advisor nei confronti della stessa circa gli indirizzi di policy, le linee guida procedurali e metodologiche. L’obiettivo perseguito dalla CdR sarà quello di produrre decisioni di livello nazionale. Ciò lo si potrà attuare, però, solo grazie a provvedimenti che si edifichino su documenti e strumenti condivisi da tutte le parti. Sarà necessario, di conseguenza, andare verso un HTA robusto che si basi su valutazioni specifiche e ben organizzate.